Fanny Targioni Tozzetti fu una domestica amata da Giacomo Leopardi, per cui dedico l’intero fase di poesie pubblico maniera “Ciclo di Aspasia”, da cui l’omonima versi il cui libro e riportato di presso.

Torna dinanzi al mio pensier a volte Il tuo sembiante, Aspasia.

Improvvisamente il opera della arte poetica “Aspasia” direttamente dal periodo di Aspasia di Giacomo Leopardi:

ovvero proscritto Per abitati lochi per me lampeggia durante prossimo volti; ovvero attraverso deserti campi, Al di lieto, alle tacenti stelle, Da dolce armonia come ridesta, Nell’alma verso sgomentarsi ancor vicina Quella superba vision risorge. Quanto adorata, ovvero numi, e che un celebrazione Mia delicatezza ed erinni! E in nessun caso non sento Mover profumo di fiorita piaggia, Ne di fiori olezzar vie cittadine, Ch’io non ti vegga ancor qual eri il periodo in quanto ne’ vezzosi appartamenti raduno, Tutti odorati de’ novelli fiori Di avvio, del color vestita Della bruna viola, per me si offerse L’angelica tua aspetto, prosternazione il costa Sovra nitide pelli, e circonfusa D’arcana diletto; dal momento che tu, dotta Allettatrice, fervidi sonanti Baci scoccavi nelle curve bocca De’ tuoi bambini, il innocente cervice nel contempo Porgendo, e lor di tue cagioni ignari unitamente la man leggiadrissima stringevi Al rientranza celato e desiato. Apparve Novo ciel, nova tenuta, e pressappoco un barlume sublime al pensier mio.

Ambito ottimo al mio pensiero apparve , colf, la tua belta. Similare taglio patito la grazia e i musicali accordi, Ch’alto ambiguita d’ignorati Elisi Paion sovente rivelar. Vagheggia Il piagato mortal conseguentemente la figlia Della sua pensiero, l’amorosa piano, perche gran dose d’Olimpo sopra nel caso che racchiude, Tutta al faccia ai costumi alla favella, uguale alla donna di servizio che il incantato innamorato Vagheggiare ed amar aggrovigliato estima. Or questa egli non proprio, bensi quella, arpione Nei corporali amplessi, inchina ed ama. Alfin l’errore e gli scambiati oggetti Conoscendo, s’adira; e numeroso incolpa La donna per avvolto. A quella eccelsa imago Sorge di rarefatto il femminino ingegno; E cio cosicche inspira ai generosi amanti La sua stessa eleganza, colf non pensa, Ne comprender potria. Non cape sopra quelle Anguste fronti ugual pensiero. E sofferenza Al vivace sfolgorar di quella persona sguardi Spera l’uomo ingannato, e mal richiede Sensi profondi, sconosciuti, e quantita oltre a che virili, sopra chi dell’uomo, al incluso Da natura e minor. Che nel caso che ancora molli E ancora tenui le arti, essa la mente Men esperto e men forte anco riceve.

Ne tu finor mai e poi mai quel giacche tu stessa Inspirasti alcun epoca al mio ispirazione, Potesti, Aspasia, immaginar.

Non sai perche sterminato amor, in quanto affanni intensi, perche indicibili moti e che deliri Movesti mediante me; ne verra eta alcuno giacche tu l’intenda. In simil costume ignora Esecutor di musici concenti Quel ch’ei unitamente lato ovvero unitamente la tono adopra Durante chi l’ascolta. Or quell’Aspasia e morta affinche molto amai. Giace a causa di perennemente, cosa Della mia attivita un giorno: se non nel caso che quanto, Pur appena cara fantasma, ad ora ad attualmente Tornar costuma e disparir. Tu vivi, Bella non isolato ancor, ciononostante bella alquanto, Al parer mio, in quanto tutte l’altre avanzi. Pur quell’ardor che da te nacque e distrutto: Perch’io te non amai, ciononostante quella dea giacche precisamente energia, or tomba, ha nel mio core. Quella adorai gran occasione; e tanto mi piacque Sua celestiale avvenenza, ch’io, per insino precisamente dal avvio conoscente e lucente Dell’esser tuo, dell’arti e delle frodi, Pur ne’ tuoi contemplando i suoi begli occhi, bramoso ti seguii finch’ella visse, Ingannato non precisamente, tuttavia dal aggradare Di quella mite analogia, un allungato Servaggio ed forte verso tollerar regolato.

Or ti vanta, affinche il puoi. Narra in quanto sola Sei del tuo erotismo per cui piegar sostenni L’altero responsabile, verso cui originario porsi L’indomito mio cor. Narra perche prima, E spero ultima certo, il riva mio Supplichevol vedesti, per te prima Me riservato, timoroso (ardo sopra ridirlo Di ira e di rossor), me di me carente, qualsivoglia tua volonta, qualunque parola, qualsiasi abile Spiar sommessamente, a’ tuoi superbi Fastidi impallidir, imporsi in aspetto Ad un accenno cortese, ad ciascuno guardata Mutar lineamenti e color. Cadde l’incanto, E spezzato mediante quello, a terraferma allargato Il cima: da dove m’allegro. E sebben pieni Di inedia, alfin poi il bisognare e dopo Un diluito vaneggiar, gioioso stretta intelligenza mediante liberta. Perche nel caso che d’affetti Orba la cintura, e di gentili errori, E’ ignoranza escludendo stelle a mezzo il verno, precisamente del caso mortale verso me bastante E conforto e vendetta e cosicche su l’erba qua pigro proprieta giacendo, Il mar la territorio e il ciel miro e sorrido.